domenica 8 marzo 2009

Englaro: <>

A un mese dalla morte di sua figlia Beppino Englaro non ha rimpianti: «Con Eluana se n'è andato anche il tormento». E dalla casa di Lecco, dove si trova da venerdì scorso, annuncia di non aver digerito le parole del cardinale Barragàn, presidente del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari: «Il prelato è stato arrogante, ha parlato di assassinio». Gli avvocati ora studiano una probabile denuncia. (...)
Dalla sua casa di Lecco, dove è rientrato venerdì scorso, papà Beppino fa sapere che denuncerà il Cardinale Javier Lozano Barragàn, presidente del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari, che si riferì al decesso della giovane donna con il termine «assassinio». Ora quelle parole sono al vaglio degli avvocati di Beppino Englaro, che rievoca: «Ricordo la sua arroganza nei miei confronti in una tavola rotonda organizzata da Micromega. Mi diede fastidio soprattutto quando, alla fine, sottolineò che aveva simpatia per me. Ma cardinale, gli dissi, se mi tratta come un assassino, vuol dire che non ha molta simpatia».


Su ciò che è stato invece papà Beppino non fa passi indietro, malgrado i fascicoli che d’ufficio sono stati aperti su di lui. «Non mi manca nulla di quello avevo. Perché con Eluana se n’è andato anche il tormento. Di vederla lì in un letto d’ospedale, ostaggio di mani altrui». Ed è stato proprio questo accanimento a provocare il fastidio maggiore, così come è stata la sua fine a dargli quel senso tanto atteso di liberazione. «Ogni volta che qualcuno la toccava, dovevo dominarmi. La mia creatura era vittima di violenza inaudita, anche se a toccarla erano le mani delle suore».

Ora Beppino guarda alle istituzioni e alle mosse della politica chiedendo loro che venga anzitutto osservato il rispetto dell’individuo. «Quello che mi ha sempre premuto – spiega – è che Eluana fosse capita e rispettata come persona. Ora lo vorrei per tutti». E ha un auspicio che va oltre ogni barriera: «Spero che la legge sul testamento biologico accolga le ragioni di ognuno di noi: di quelli che la pensano come, ma anche di coloro che con me non sono mai stati d’accordo. Questa è la libertà nello Stato di diritto».


fonte: agenziami.it

Assolutamente d'accordo con Englaro, in Italia bisognerebbe imparare a misurare le parole e dovrebbe farlo anche il Vaticano.

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